Scripta Manent
Sulla via Aurelia fiorisce il giardino dei poeti
Un albero, i versi di un poeta, il limone per Montale, il rododendro per Goethe, le mimose per Biamonti, il basilico e i pini d'Aleppo per Orengo, con Pasternak le betulle, amarilli per Benni, arancio per Garcia Lorca, il tasso del Tasso di Campanile: 500 alberi entro il 2002, il primo giardino del genere in Italia, entro un fazzoletto di terra ligure, via Aurelia, Regione Carenda, quasi in Albenga dove il suo inventore, Gerry Delfino, ha tenuto per una trentina d'anni "Scripta manent", libreria antiquaria conosciuta dai bibliofili di mezzo mondo. Da qualche tempo ha deciso che, trasferiti i suoi volumi in un paio di piccoli fabbricati campagnoli, 20.000 tomi da una parte, altri ottomila dall'altra dove studiarli, schedarli ecc, "Scripta manent" diventerà il nome del giardino e vivrà, d'ora in poi, tra tamerici e rosmarino, ginko biloba e timo. Niente di più attuale in questa fine di primavera che vedrà protagonisti la natura e i libri: per cominciare la Fiera di Torino dedicata, come noto, al nostro rapporto (quasi sempre pessimo) con l'ambiente. Ma nella testa di Delfino c'è qualcosa di più che si collega a un esperimento, in espansione nel Vecchio Continente (ma pure in America) anche grazie alla Rete. Si tratta dei Villaggi Europei del Libro, dodici al momento, piccoli paesi di poche anime, alcuni sulla soglia dell'abbandono e dell'estinzione, rinati, restaurati, cresciuti non senza l'apporto di Bruxelles e dintorni. Cinque di essi sono sbarcati nel sito BookTownNet, il più famoso dei quali, Hay-on-Wye nel Galles, una sorta di Mantova ante litteram, non ha gran bisogno di pubblicità (dal 25 maggio al 3 giugno prossimi farà un Festival della Letteratura) mentre gli altri, l'olandese Bredevoort, il francese (del cabadès) Montolieu, il belga Redu nonché il minuscolo Fiaerland su un fiordo della Norvegia, disponevano sino ad ora di una visibilità quasi soltanto locale. Adesso diventeranno universalmente noti e si spera che l'abbinamento libro-turismo non finisca per fare qualche vittima. Concetto base di un villaggio del libro: concentrazione di librerie antiquarie e d'occasione in una piccola comunità rurale accanto a iniziative artigianali collegate ecc. Perché non in Italia? Cominciando magari da Castelvecchio di Rocca Barbena, paesino tutto medievale, tutto restaurato, 18 km da Albenga: "Per ora una speranza - spiega Delfino - nulla di concreto". Concretissimo "in progress" invece il suo giardino letterario (www.scriptalibri.it, per saperne di più) dove troveremo proprio tutti o quasi, da Dante in poi. Due notazioni d'obbligo: nessuno dei libri dai quali i versi o brani sono tratti saranno in vendita nella libreria adiacente ("non intendo sfruttare il mio sogno" dice Delfino; il giardino sarà visitabile soltanto alla luce del giorno perché "le piante la notte devono riposare"). Intanto a corollario di quest'impresa pilota, stanno per arrivare 500 profumatissime pagine: vita, morte, miracoli del basilico frutto di due anni di studio della dietologa Sandra Berriolo assistita dal "giardiniere di Calvino", Libereso Guglielmi che vedremo anche al Lingotto, testimone e protagonista di quel rapporto d'amore, uomo-natura, oggi così lacerato.
Mirella Appiotti
Tutto Libri, sabato 14 aprile 2001
|